Benvenuti alla capanna
È un po’ strano descrivere un itinerario partendo dal suo punto d’arrivo. Ma osservato dall’alto di una montagna, il territorio che sta ai suoi piedi e la montagna stessa su cui ti trovi si rivelano attraverso una prospettiva del tutto inconsueta, che ti fa capire molte cose. Liberando lo sguardo dal terrazzo naturale, dove sorge la capanna di Brogoldone, si assiste affascinati all’incontro delle antiche valli glaciali, quelle della Moesa e del Ticino, abbracciate da una processione di cime via via più lontane e indistinte.
Poi, laggiù, il Bellinzonese e il Piano di Magadino, dove scorre invisibile la Linea Insubrica, primordiale cesura tettonica, che separa la placca eurasiatica da quella africana. E capisci che da qui in su ti addentrerai nel cuore del massiccio alpino e devi prepararti all’incontro meravigliato con paesaggi sempre più selvaggi, ma di straordinaria bellezza.
A questo devi pensare quando ti avvii sul sentiero che, da Lumino, sale zigzagando pigramente nel bosco e ti porta in un paio d’ore ai monti di Saurù. Per chi ha fretta, c’è la funivia Pizzo di Claro, che raggiunge i monti in meno di 15 minuti. E lì puoi rifocillarti nel ristorante e poi percorrere il Sentiero dei pianeti, che ti apre gli occhi sull’universo. Lasciate alle spalle le ultime cascine di Saurù, si riprende a salire.
L’orizzonte a poco a poco si allarga e lo sguardo cattura porzioni sempre più ampie di paesaggio, per poi schiudersi completamente una volta raggiunto l’alpe di Brogoldone, poco sotto i duemila metri di quota. Da lì partono vari itinerari, verso il Pizzo Molinera, il pizzo Martum, il Pizzo di Claro, detto anche Visagno, la montagna cara ai Bellinzonesi, il loro “piccolo Cervino”, di cui ammirano giornalmente le straordinarie fattezze.